La storia

Da un’idea della Mabo Band…

Nel 2005 nasce il Clown&Clown Festival, con l’intento di creare un evento unico nel suo genere e capace di unire le due anime del clown, quella artistica e quella sociale, dagli artisti di strada ai clown-dottori.

Un grande “festival del sorriso” che dal 2005 si fa messaggero del valore universale e terapeutico della risata e veicola attraverso il Naso Rosso un forte messaggio di pace ed uguaglianza.

#DontWorryBeLight

Leggerezza non è superficialità. Lo hai già letto centinaia di volte, più o meno attentamente, scorrendo i post condivisi sul social network del momento. Vero?

Noi non possiamo che essere d’accordo. Ma non ci è bastato mettere il like o il cuoricino a qualche post. Siamo così d’accordo che ci siamo chiesti il perché e per rispondere siamo andati direttamente alla fonte, niente meno che Italo Calvino, autore della massima finita in pasto ai social media, distorta e condivisa.

Calvino ha affrontato il tema in occasione delle 5 lezioni che doveva tenere all’università di Harvard. Non ha potuto farle, ma, con lungimiranza, ce le ha lasciate scritte, regalandoci, tra le altre cose, un’interpretazione della leggerezza che fa proprio al caso nostro. Calvino condivide sorprendentemente con il clown una missione volta all’alleggerimento, alla sottrazione di peso nelle sue opere.

Per leggerezza non intendiamo, Calvino e noi, faciloneria o volubilità, ma la qualità di ciò che è leggero. Una leggerezza che si sposa con levità e che diviene “un antidoto alla pietrificazione del mondo e alla sua opacizzazione”. La leggerezza è uno sguardo per atterrare nel duro e faticoso quotidiano della vita, dall’alto, e non esserne travolti, dal basso. Con un comportamento naturale che ci fa vedere le cose in profondità e allo stesso tempo le distanzia dall’affanno del presente.

In questo senso, la leggerezza ci avvicina all’altro, ci aiuta a sentirci comunità, a tessere il filo dell’empatia e della solidarietà, a non prenderci troppo sul serio. Ci regala energia e sorrisi. Nel consentirci di «non avere macigni nel cuore», la leggerezza, al contrario della superficialità, è una forma di naturale prevenzione contro il rancore e l’odio.

La leggerezza è e resta sempre la più solida alleata dell’ottimismo della volontà, quello che serve quando nella vita ci sembra tutto buio. La leggerezza è energia, da abbinare con qualche sana e ricorrente risata.

Il clown, per noi, è il baluardo della leggerezza.

La sua ironia a volte sottile a volte ingenua, riesce a ridurre il carico della tristezza insita nel suo archetipo, rendendola più simile alla melancolia.

Il clown ha un’intelligenza viva, brillante, che gli permette di lavorare per sottrazione ed essere leggero, sia che si tratti di una caduta impacciata e disastrosa per strappare un sorriso da un palco improvvisato sul bordo di una strada, sia che si tratti di un volteggio acrobatico all’interno di uno chapiteau davanti a un pubblico col naso all’insù.

L’arte del clown è leggera perché non ha un peso specifico e, per questo, viaggia veloce come il vento. Non ha bisogno di parole, né di scenografie o effetti speciali: è senza sovrastrutture e questo la rende immediatamente e universalmente accessibile e comprensibile.

D’altra parte, il clown invita anche noi, il suo pubblico, alla leggerezza: a essere presente nel qui e ora, lasciando andare pensieri e preoccupazioni per un attimo, concedendo tutta la nostra attenzione a un naso rosso, reale o metaforico che sia. La cosa incredibile è che quel momento di leggerezza che ci regala il clown non si esaurisce, però, in un attimo. Volenti o nolenti, ci costringe a mettere in prospettiva quei pensieri e quelle preoccupazioni che ci affliggono; ovviamente non può farli sparire, ahinoi, ma, se ci fidiamo e affidiamo abbastanza, ha il potere di trasformarli.

Il clown ci risveglia dalla pietrificazione nei nostri affanni e ci restituisce il nostro ruolo nel mondo, che – spoiler – non assomiglia quasi mai a un palco su cui noi siamo i protagonisti, ma è molto più spesso una strada di passaggio in cui possiamo incontrare lo sguardo e le vite di tante altre persone che passano di lì per caso.

Il clown ci invita a scendere nella mischia, cuore aperto e sorriso in faccia, e a lasciarsi andare al flusso di quella strada, per cogliere le sorprese e le meraviglie che ci può riservare.

Per questo, il clown ci mostra, più di tutto, l’importanza di accettarsi, difetti, limiti e pasticci inclusi, e di accettare ciò che non dipende da noi, imprevisti e problemi inclusi. Nessuno ha detto che sia cosa semplice: ci vuole una vita per perfezionare un’arte, ma vale la pena provarci.

Clown nel cuore 2023

Cav. Mattia Villardita – Lo Spiderman italiano dei bambini e delle famiglie che lottano le loro battaglie

Premio Clown nel cuore 2023 a Mattia Villardita per quelle storie di speranza e amore che si intrecciano sulla ragnatela delle emozioni. Per quella maschera che nasconde e rivela gesti gentili e confortanti. Perché il sorriso è l’unico super potere di cui abbiamo bisogno. Perchè essere gentili non è questione di forza ma di leggerezza.

 

Artisti principali

Teatro C’art

in “Rosa” di e con Teresa Bruno

 

Compagnia Baccalà

in “Pss Pss”

 

Felice Pantone

in “Il Signore delle Ciliegie”

 

Compagnia follemente

in “Gli uomini preferiscono le piume”

 

Fraser Hooper

in “Funny Business!”

 

Loco Brusca

in “The train… is gone!”

Teatro Bislacco

in “Totem Tango”

Luca Bassanese & La Piccola Orchestra Popolare

in Concerto

 

Michael Christensen

Seminario in Anteprima mondiale “Praticare leggerezza”

 

 

Enrico Galiano

Seminario “A scuola di felicità: togliere peso all’errore”
con la partecipazione straordinaria di Nicolò Govoni

 

 

#GoGentle

Dicono che a 18 anni si diventi grandi.
A te è capitato? Quello che capita più comunemente è che le cose non cambino poi molto: continuiamo a crescere un passo alla volta, senza grossi stravolgimenti, continuiamo a costruire sulle basi che abbiamo posto, sui valori che abbiamo coltivato.
E così, non è un caso se questa edizione l’abbiamo pensata “in grande” e l’abbiamo dedicata al tema della Gentilezza.
La Gentilezza richiede pazienza e costanza: va insegnata, scelta e curata, giorno dopo giorno. E un valore che è quasi un superpotere, ma non è una dote innata; che non ci fa grandi agli occhi dei più, ma che richiede un gran coraggio.
Il clown è senza ombra di dubbio una creatura gentile. Nonostante le sue disavventure, reagisce con resilienza e ironia alle sfide della sorte e alla sua goffaggine, mettendosi in gioco e continuando a mostrare il suo lato migliore.
È estremamente consapevole di come le sue azioni ed emozioni impattano
sullo stato d’animo degli altri e, ogni giorno, sceglie di contribuire al loro benessere.
Il clown regala sorrisi, stupore e felicità, senza chiedere nulla in cambio.
Con la sua arte e la sua leggerezza si prende cura di qualsiasi persona incontri, per scelta o per caso, il suo cammino.
Ecco, l’incontro con l’altro è uno degli assi portanti della Gentilezza: incontrarsi significa convergere verso un luogo e un momento comune, gentilmente, verso un contatto senza attrito, che sprigiona energia. Per il clown, la gentilezza si attiva in relazione con l’altro, ma non solo!
Quando parliamo di gentilezza intendiamo un concetto multidimensionale, che riguarda tutto e tutti.
Ad esempio, sei gentile verso te stesso?
E verso l’ambiente?
Comunicare in poche righe o in un’immagine un concetto così ampio non è stata un’impresa facile, lo ammettiamo!
Ma poi abbiamo ridotto tutto all’essenziale ed è rimasto il sorriso.
Allora, per questa XVIII edizione del Clown&Clown Festival, il Sorriso diventa il linguaggio universale della Gentilezza e il clown un modello di educazione alla
Gentilezza unico nel suo genere.
L’unica cosa che ci resta da fare, a questo punto, è invitarvi a seguire le orme del clown e a essere gentili…

Clown nel cuore 2022

Nicolò Govoni

Per la sua attività di cooperante e le attività di sensibilizzazione in tema di rifugiati e migranti. Per aver aperto la prima Scuola Internazionale per bambini profughi al mondo. Una scuola che è casa, vita, e strumento di rivoluzione sociale. Per aver imparato dai bambini il potere della Gentilezza e averne fatto un’aspirazione che mette sempre al centro il sorriso altrui.

 

Artisti principali

Teatro Necessario

in “Nuova barberia Carloni”

 

Housch-ma-Housch

 

Compagnia Samovar

in “Banda Storta Circus”

Di Filippo Marionette

in “Appeso ad un filo”

Eccentrici Dadarò

in “Incomica”

Patch Adams e Michael Christensen –

incontro epocale tra le due icone della clownterapia mondiale

Clown Factor e Premio Takimiri

Finalisti Clown Factor

Giulio Carfora

Cirque de tu Sorèl

Doisberto

Teatro Bislacco

Vincitore premio Takimiri

Teatro Bislacco

I Grandi eventi di piazza

Esplosione di Colori

Rimbalzi di Gioia in un abbraccio che vale

#AllacciamoLeCinture

Ritornare, ricominciare, ripartire.
In questi due anni, tra paure e incertezze, ci siamo ripetuti queste parole un’infinita di volte: per autoconvincerci, per darci forza, per tenere accesa la speranza. Eppure, nel corso delle settimane e dei mesi, restava qualcosa che non ci convinceva del tutto.
Anche perché ripartire presuppone l’essersi fermati a un certo punto e il Clown&Clown non lo ha mai fatto. E allora ci siamo detti che no, non vogliamo ripartire, ma semplicemente continuare il nostro viaggio. Senza tornare indietro, senza vanificare gli sforzi.
Perché girare in tondo non fa per noi: vedere, dire, fare le stesse cose può essere una noia mortale o una tentazione irresistibile per continuare a giocare in difesa. In entrambi i casi, resta un inutile spreco di energie. Noi, invece, vogliamo saltare sempre più in alto, spingerci sempre un passo più avanti, guadagnare terreno, per cogliere un dettaglio nascosto, carpire un segreto, stupirci di qualcosa di nuovo. Così, anche le difficoltà, la tristezza, il dolore possono diventare un trampolino di lancio attraverso lo spazio, per raggiungere una stella o un pianeta inesplorato.
Vogliamo tracciare spirali sempre più grandi, creare itinerari inaspettati, attraverso luoghi geografici o metaforici, mondi reali e virtuali, passato e futuro. Vogliamo conquistare nuovi mondi, perché ogni persona ne racchiude uno. E, come sempre, vogliamo farlo con il sorriso e un naso rosso, perché è tutto ciò di cui abbiamo bisogno per sentirci veramente a casa. Vogliamo inventare nuovi modi di viaggiare, perché viaggiare vuol dire incontrarsi, e lo si può fare in tanti modi diversi, anche immaginandosi stretti in un abbraccio.
ll viaggio, allora, non è solo una questione di spostamento fisico, di transito da un luogo all’altro, di cielo sopra le teste e di terra sotto ai piedi; diventa piuttosto una questione interiore: di animo, di mente, di sguardo. Il bagaglio, di conseguenza, è un bagaglio tanto ricco quanto leggero: tutto ciò di cui abbiamo bisogno è pronto sul nostro volto, impresso nei ricordi e negli insegnamenti ricevuti, ben radicato nella forza di volontà e nella perseveranza che ci accompagnano.
Certo, un paio di buone scarpe aiutano sempre, ma il clown ci insegna che la comodità certe volte può passare in secondo piano! Anzi, è proprio uscendo dalla sua zona di confort, con addosso scarpe troppo grandi, abiti troppo larghi, capelli troppo ricci o colorati, che il clown rende magico il suo viaggio e, vestito della sua stessa sfida, non si ferma mai. Il clown è tradizionalmente itinerante, predilige come luoghi di esibizione piazze e strade di città sempre nuove, si rivolge a pubblici sempre diversi, facendo della propria arte un linguaggio universale e, al contempo, il filo conduttore del suo viaggio.
Anche se il supporto di un viso conosciuto o di un luogo del cuore potrebbe rappresentare un porto sicuro a cui abbandonarsi facilmente, il clown va sempre alla ricerca dell’imprevisto e ne fa la chiave del successo dei suoi spettacoli, che si ripetono sempre uguali eppure sempre diversi. Ed è proprio questa sua capacità di mescolare il noto e l’ignoto, di trascinare un estraneo e l’intero contesto dentro il suo mondo, di tenere in equilibrio il singolo e il macrocosmo, a rendere infinito il suo viaggio.
Così il viaggio e le sue tappe diventano parte integrante del suo spettacolo e lo arricchiscono, andando a riempire quel bagaglio leggero con le esperienze, i ricordi, gli applausi e i sorrisi, senza, però, renderlo un fardello ingombrante o pesante da trasportare.
Il clown ci rende protagonisti del suo viaggio, ci invita a condividere il suo palcoscenico, investendoci della sua fiducia e creando una relazione che per qualche minuto è pubblica e intima allo stesso tempo. Ci trascina con sé in un mondo fantastico, rendendoci pirati, condottieri o astronauti un po’ impacciati, buffi e goffi, in viaggio verso lidi sconosciuti eppure raggiungibili in un batter d’occhio. Per il tempo della sua esibizione, il centro dell’universo è proprio lì e in nessun altro posto. Poi, una volta conclusa, il viaggio può riprendere verso nuove tappe.
Quello che vogliamo invitarvi a fare quest’anno è di non ritornare semplicemente al Clown&Clown Festival. Ma vi invitiamo a partire per un nuovo viaggio nella Città del Sorriso, portando con voi un nuovo bagaglio di esperienze, emozioni, consapevolezze e un nuovo sguardo su tutto ciò che di familiare troverete.
E quindi si parte… #AllacciamoLeCinture!

Clown nel cuore 2021

Andrea Bocelli

Perché costruire un mondo migliore è un viaggio “su navi per mari” da vivere insieme, una melodia che si amplifica e trasporta in un altrove senza confini.

Artisti principali

Gardi Hutter

in “Giovanna D’ArPo la lavandaia”

 

Circo El Grito

in “L’Uomo Calamita”

Francesco Scimemi

Tony Clifton

Italo Bertolasi e Ginevra Sanguigno

dell’Associazione ClownOne Italia Odv.

Presidente e Coordinatrice e Fondatrice, insieme a Patch Adams, dell’associazione Clown One Italia Odv, progetto di aiuto umanitario nel mondo.

 

Clown Factor e Premio Takimiri

Finalisti Clown Factor

  • Auriga Teatro

 

  • Antonio Brugnano

 

  • Ricky Rosato

 

  • Jordi Beltramo

 

Vincitore premio Takimiri

Antonio Brugnano

#piubellidalvivo

La XVI edizione del Clown&Clown Festival ce l’eravamo immaginata diversa, ce l’eravamo immaginata bella. E quando noi diciamo bella, intendiamo piena di emozioni, di abbracci, di sorrisi, di calore umano.

Purtroppo il 2020 ci ha riservato uno scenario totalmente diverso: doloroso, spaventoso, incerto.

Nonostante questo, abbiamo scelto di continuare a parlarvi di bellezza, a mostrarvi bellezza, a creare bellezza. Perché è la nostra ragione d’essere, il nostro modo di reagire: provare a riequilibrare le brutture, la sofferenza, la tristezza, le difficoltà con la bellezza che possiamo trovare o inventare. Non abbiamo voluto nascondere la testa sotto la sabbia e fare finta di non vedere quanto sia successo e sta succedendo intorno a noi, ma abbiamo voluto sforzarci di guardare ancora meglio per cercare quei piccoli segnali, quelle piccole cose che sono belle, nonostante tutto.

 

È stato difficile parlare di bellezza in questo periodo, ma lo abbiamo ritenuto necessario: perché è ciò che resterà quando tutto sarà finito, è ciò da cui si potrà ripartire. È proprio nei momenti difficili come questo che si scopre il vero senso della bellezza, quello a cui avevamo mirato noi fin dall’inizio, in tempi non sospetti. La bellezza non è qualcosa di superficiale e superfluo, ma si rivela come elemento essenziale per la sopravvivenza della nostra umanità. Non si vive di sola bellezza, certo, ma non si vive nemmeno senza bellezza, ne abbiamo la conferma ora e ne siamo più convinti che mai.

 

Pian piano abbiamo riscoperto la bellezza anche dove pensavamo non ce ne potesse essere o dove ci eravamo dimenticati di poterla trovare, dandola un po’ per scontata. Siamo stati costretti a rallentare, a guardarci meglio intorno, a guardare e riguardare le stesse cose, le stesse stanze, le stesse persone… ma a un certo punto le abbiamo guardate con occhi diversi, con un’attenzione diversa e ci abbiamo scorto una bellezza nuova.

Abbiamo scoperto la bellezza di stare accanto alla nostra famiglia e, seppur non senza difficoltà, abbiamo scoperto la bellezza di esserci gli uni per gli altri, arrabattandoci e lottando con la tecnologia per trovarci nuovi modi di stare insieme, distanti ma uniti.

 

LA BELLEZZA NELLA CITTÀ DEL SORRISO

 

Nella Città del Sorriso, la bellezza non deve per forza essere qualcosa di straordinario, ma si nasconde anche nello straordinariamente ordinario. Il segreto non è cercare la bellezza come fosse qualcosa di sfuggente, ma concentrarsi su ciò che già c’è, cambiando prospettiva, maturando una nuova consapevolezza.

Nella Città del Sorriso, la bellezza non nasce per confronto, non è una grandezza ordinale: funziona un po’ come le pare, anzi, un po’ come ci pare, e ci rende liberi e aperti verso l’altro. La bellezza dell’altro è una bellezza diversa dalla nostra, ma non per questo è meno bella, anzi. E viceversa, servono gli occhi dell’altro per percepire la bellezza che è in noi.

Così, la bellezza diventa una relazione tra punti di vista, tra persone diverse e, come ogni relazione, ha bisogno di tempo e di cura, della possibilità di meravigliarsi, della sensibilità per emozionarsi.

Nella Città del Sorriso, la bellezza non si guarda soltanto: con un naso rosso i sensi si amplificano e la bellezza si annusa, si ascolta, si tocca… con un naso rosso, la bellezza diventa sensibile, nel senso che si può percepire meglio in tutte le sue forme e sfumature, andando oltre l’estetica e l’esteriorità. Bellezza è emozione… e nella Città del Sorriso le emozioni non mancano!

 

La chiave è sempre lì, in quel piccolo, impertinente pallino rosso che il clown porta sul naso.

Il naso rosso rende gli occhi del clown abbastanza grandi per cogliere tutta la bellezza che lo circonda e il cuore abbastanza puro per apprezzarla. È grazie a questa sensibilità che il clown riesce a cogliere la bellezza in una bolla di sapone e a meravigliarsene ogni volta.

D’altra parte, quello che rende bello il clown è proprio questo senso di stupore che ha negli occhi, quel luccichio che non lo abbandona mai. Il Clown, poi, nonostante sia impacciato e imbranato, è anche consapevole e coraggioso: senza timore, mette in mostra tutta la sua bellezza, fatta di difetti, errori, cadute, emozioni espresse con semplicità e delicatezza, senza nessun filtro. Nel fare questo, il clown è estremamente generoso, perché regala al pubblico tutta la sua bellezza, senza risparmiarsi e senza chiedere nulla in cambio.

 

Il Clown pratica bellezza e nel fare ciò diventa egli stesso manifesto autentico di bellezza, tanto semplice, quanto complicata. Perché la bellezza è questione di atteggiamento e di allenamento: bisogna andare oltre la superficie, l’abitudine, fare i conti con le proprie debolezze e con le differenze dell’altro, per poter cogliere la bellezza delle cose e compiere atti di bellezza…

 

E allora non dimenticate mai di allenarvi alla bellezza, riempendo gli occhi e il cuore di tutto il bello che c’è intorno a voi!

Clown nel cuore 2020

Arturo Brachetti

 

 

Artisti principali

Disguido

in “Disillusion cine magic show”

Un mix d’illusionismo, mimo e cabaret, un’esperienza magica unica in uno spettacolo visuale ricco di emozioni e divertimento. Un susseguirsi di quadri che si rifanno al meraviglioso universo cinematografico, colonne sonore, personaggi e citazioni messi in scena da due folli attori esuberanti, in equilibrio tra Cinema e Magia in un’alternanza di sketch musicali, trasformismo e giochi di prestigio.

 

CircoPatuf

presenta CABARET LA PLUME

Uno spettacolo di circo contemporaneo con circensi, acrobati, clown, cantanti e ballerine in un’atmosfera magica, romantica e retrò, come nei vecchi Cafè Chantant parigini, per un salto nel passato tra gags e numeri di grande effetto.

Carillon Vivente

della compagnia Italento è un pianoforte meccanico munito di ruote e motore che vaga sulle note musicali guidato da un settecentesco pianista mentre un’eterea ballerina balla sulle punte in tutù.

 

ClownFactor e Premio Takimiri

Finalisti del Clown Factor

  • Chapeau Clown

  • Duo Flosh

  • ClownAngels

Vincitore del premio Takimiri

Chapeau Clown

 

 

 

#equilibriamoci #squilibriamoci

Quello della Città del Sorriso è un Equilibrio un po’ strampalato, perché il turbinio di emozioni che viviamo durante il Festival è un continuo Squilibrio che mette alla prova il nostro equilibrio, un po’ monotono e grigio: ogni anno, ci travolge e ci permette di riscoprire il lato più genuino di noi stessi.

E per il clown? Che cos’è l’equilibrio per il clown?
Il Clown vive un’esistenza in cui il suo Equilibrio viene continuamente minacciato. Per cominciare, le sue scarpe sono enormi e di certo non lo aiutano a proseguire a passo sicuro, ma non rappresentano mica un impedimento ad andare o una zavorra che lo ancora a terra! Il clown, seppure con fare maldestro e un po’ goffo, corre il rischio, va incontro alla sorpresa, accoglie lo stupore. E se anche gli capita di inciampare, cadere, ruzzolare, non si lascia mica intimorire, anzi! Si affida al sostegno e all’empatia del suo pubblico per trovare la forza e il coraggio di rialzarsi e di provare di nuovo. E così il clown, dopo averci strappato una risata di divertimento, ci strappa anche un applauso di incoraggiamento, attraverso un passaggio catartico tanto istintivo quanto magico.
Sì, perché questa è proprio una magia che il clown porta su un palco, in una piazza, sul bordo di una strada, in una stanza di ospedale, in una città lontana… ed è tutto merito del suo cuore grande e della sua sensibilità, che amplificano la sua percezione di quello che succede attorno a lui, permettendogli di cogliere anche le piccole cose, i dettagli, le sfumature, facendolo emozionare continuamente e… facendogli perdere continuamente l’equilibrio, sbilanciandolo verso l’altro, verso il suo pubblico.

Il segreto di un clown? Quel nasone rosso che fa da punto di contatto tra il mondo interiore e quello esterno, attraverso il quale si attiva magicamente un flusso più veloce di emozioni, sollecitazioni, energia e gli permette di bilanciare e riorganizzare tutte le sue forze più velocemente ed efficacemente e di ricevere e reagire più velocemente agli stimoli. Una sorta di antenna per sintonizzarsi con il mondo, per ricevere e trasmettere emozioni.
Il bello è che ognuno può scegliere di indossare un naso rosso e riscoprirsi clown, mettendosi in contatto con le proprie emozioni più profonde e con quelle degli altri, lasciandosi trascinare fino a perdere l’equilibrio. Il naso rosso ci mette in comunicazione con gli altri: così facendo, ci fa smettere di essere dei sistemi autonomi in cui l’evoluzione è ferma e ci rende un sistema aperto, un sistema che evolve.

Nella Città del Sorriso, il Naso Rosso è proprio lo strumento che ci fa fare quella giravolta necessaria per progredire nella conoscenza di noi stessi e degli altri, attraverso cui perdiamo l’equilibrio per ristabilirne uno nuovo. Il naso rosso crea ponti verso l’esterno e ci aiuta a raggiungere nuovi equilibri che inglobano anche le relazioni con gli altri.

Indossare un naso rosso ci aiuta a mettere continuamente in discussione il nostro equilibrio affinché possiamo tendere all’Equilibrio con il mondo intero.

Clown nel cuore 2019

 

SABINE CHOUCAIR

Per le sue attività in centri profughi, zone di guerra e contesti svantaggiati. Per guidare le persone verso un nuovo equilibrio, con la leggerezza e l’effetto catartico di una risata. Per il suo essere donna per le donne, perché la storia di una può diventare consapevolezza e possibilità per molte.

Artisti principali

El Mundo Costrini in “The Crazy Mozart

Sabine Choucair

Clown Umanitaria – Clown Me In
Sabine è una clown umanitaria libanese un po’ folle, fondatrice di Clown Me In, una compagnia di clown che si prende cura dell’umanità, ama le persone, ama ridere e ha un modo speciale di curare il mondo e più di tutto adora le strade. È anche il direttore clown dell’International Institute for Very Very Serious Studies (Istituto Internazionale di Studi Molto Seri). Negli ultimi 12 anni si è esibita in numerose comunità intorno al mondo.

ClownFactor e Premio Takimiri

Finalisti del ClownFactor
  • Raffaello Corti

  • Tony Fratello

  • Supercasalinga

 

Vincitore del Premio Takimiri
  • Raffaello Corti

2018

#sharetheemotion

C’è qualcosa nell’aria della Città del Sorriso che profuma di cura e di attenzione; è qualcosa che ci fa vivere insieme un’emozione e ci fa riscoprire un po’ più vicini. Ciò che sembra così straordinario è in realtà una capacità naturale, che si chiama EMPATIA, dal greco EN – PATHOS che vuol dire “sentire dentro”. Eccolo, il tema dell’edizione 2018 del Clown&Clown!
L’empatia ci permette di entrare in sintonia con l’altro, di sentirne le emozioni come fossero le nostre, di comprenderne i pensieri, gli stati d’animo e i punti di vista. È una capacità naturale, ma non è semplice: per capire a pieno cosa sta provando e cosa sta vivendo un’altra persona, dovremmo vivere la sua stessa situazione, metterci nei suoi stessi panni… il bello è che nella Città del Sorriso tutto questo accade indossando semplicemente un Naso Rosso!
Il naso rosso mette in comunicazione le emozioni delle persone e permette al clown di metterle anche in scena. Il naso rosso non è una maschera dietro cui nasconderci ed essere tutti uguali, è una chiave di accesso alle emozioni e alla loro condivisione. Rappresenta un’occasione di arricchimento, per ascoltare e conoscere anche le emozioni che sono proprie dell’altro, per aggiungerle al nostro bagaglio e diventare un po’ meno estranei.
Alleniamoci a praticare l’empatia con quel piccolo naso rosso, sul naso o in tasca e… #sharetheemotion!

Clown nel cuore 2018

 

PAOLO RUFFINI

Per il suo impegno ad essere esempio e ambasciatore di quel sorriso che è essenza di vita. Per aver diffuso semi di naso rosso facendo riflettere con semplicità sulla bellezza delle piccole cose. Il nostro grazie a Paolo Ruffini per essersi emozionato con la Città del Sorriso!

NERI MARCORÈ

Grazie per il tuo tocco leggero che fa affiorare le sfumature di chi ha occhi per sentire e mani per vedere, perché essere clown è anche percepire i colori del mondo attraverso il cuore.

 

Ambasciatore Clown&Clown

 

PAOLO RUFFINI


Un ambasciatore è una persona incaricata di portare un messaggio: il nostro è il valore universale del sorriso. Paolo Ruffini si è fatto portavoce di quel “Clown” che rappresenta un’occasione di ascolto e accoglienza dell’altro. Lo abbiamo nominato ambasciatore Clown&Clown perché ha condiviso il grande messaggio di pace e di amore che c’è dietro al naso rosso, perché ha sostenuto e diffuso ovunque i valori di Resilienza, diversità, uguaglianza, empatia e felicità!

Artisti principali

Chris Lynam

Guillaume Vermette

“È con una battaglia di abbracci e di colori, con un pubblico di circa 1000 persone, che la mia ultima conferenza e la mia avventura al Clown&Clown Festival finisce! È stato un onore ed un privilegio essere invitato per condividere le storie dei miei viaggi umanitari davanti ad un pubblico variegato… ma soprattutto per cercare di essere d’ispirazione alle persone, affinché facciano prova quotidiana di empatia. Un grande grazie all’organizzazione e alle persone che s’impegnano per questo”

ClownFactor e Premio Takimiri

Finalisti del ClownFactor
  • The Squasciò

  • Giulivo Clown

  • L’Abile Teatro

Vincitore del Premio Takimiri
  • L’Abile Teatro

2017

Be different Be clown

C’è una parola che ci piace tanto nella Città del Sorriso, ed è “diversità.” La cosa strana sapete qual è? Che per qualche contorto ragionamento, è una parola che ha cominciato a far paura a tante persone. È strano perché, in realtà, diversità è una parola che nella Città del Sorriso significa arricchimento, non esclusione. Pensateci: l’essere diverso implica automaticamente la domanda: diverso da chi? È un concetto che include due o più termini di paragone, le loro identità, le loro caratteristiche o le loro opinioni. Si fonda su di una relazione che non è, per definizione, una classificazione gerarchica o un giudizio di merito. È una costatazione, che può diventare arricchimento attraverso il confronto con gli altri.

Constatare una diversità o parlare di diversità, nella Città del Sorriso, significa partire dalla consapevolezza che due occhi non saranno mai sufficienti per osservare e capire il mondo che ci circonda. Significa, allora, ammettere la limitatezza e la parzialità del nostro punto di vista per renderlo, finalmente, più grande! Come? Allargandolo fino ad includere punti di vista diversi dal nostro. Solo così potremmo arrivare ad avere un’immagine del mondo che sia sempre più completa e tenda sempre di più alla verità. È solo attraverso la conoscenza e la comprensione di punti di vista diversi, talvolta anche antitetici al nostro, che il nostro punto di vista sul mondo non diventa miope e distorto, e non finisce per cadere su sé stesso.

Non c’è identità senza diversità. Nella Città del Sorriso siamo tutti diversi l’uno dall’altro, ed è proprio la nostra diversità strampalata e variopinta che ci accomuna.

Un paradosso? Certo! Ma è esattamente questo il ruolo del clown. Il clown capovolge il nostro punto di vista per farci vedere il mondo paradossalmente sottosopra. Il clown ci spinge ad osservare il mondo a testa in giù. Si notano tante cose diverse a testa in giù, sapete?

Il clown ha un punto di vista privilegiato, che è il punto di vista diverso per antonomasia. A proposito, sapete qual è il significato etimologico di diverso? Deriva dal latino diversus, e significa proprio “volto altrove, voltato in altra parte”. Cos’è più volto altrove di un punto di vista capovolto?

Pensate anche che diversus è il participio passato di divertere. Che significa tutto questo? Che diverso e divertirsi hanno la stessa origine etimologica: entrambi i concetti implicano volgere lo sguardo o l’attenzione altrove. Il clown lo sa: sa che per divertirsi e far divertire è sufficiente guardare il mondo con uno sguardo diverso. Ma sa anche che per farlo, ha bisogno di relazioni e di persone diverse da sé.

 

Come sempre, anche nella diversità, il clown ha un ruolo ambivalente: è diverso in quanto divertente nel suo spettacolo paradossale; ma è anche diverso nella sua funzione sociale, perché ci permette di allargare il nostro punto di vista fino al paradosso.

Clown nel cuore 2017

 

Cesare Bocci

Per quei ruoli mai banali che guardano al mondo con occhi diversi, quella notorietà usata per dar luce a punti di vista che spesso non hanno voce. Perché l’amore è forza, la diversità più tipi di bellezza. A Cesare Bocci il Premio Clown nel Cuore 2017.

Artisti principali

Peter Shub

 

Clown il Pimpa – Marco Rodari

Girare il mondo “armato” di naso rosso, per far sorridere il cielo, dove cadono bombe e lacrime. Questa è la missione che il clown il Pimpa (Marco Rodari) porta ovunque sia andata smarrita la gioia dei bimbi.
Grazie al suo cappellino ad elica e ad un pizzico di magia, la fantasia riprende il suo volo, e per un attimo tutto e felice!!
La camera di un ospedale, il ciglio di una strada, una piazza, una scuola, grandi e piccolissimi teatri in Italia e all’estero.
Il Pimpa, ha sofferto la tragedia delle guerre a Gaza, le rovine degli attentati suicidi a Bagdad, gli stravolgimenti orribili delle rivoluzioni arabe.
Sempre protetto dai bimbi: Veri Eroi!!!
Ha condiviso gioie e dolori con i ragazzi degli Slam delle grandi megalopoli della terra e strappato un sorriso nelle pediatrie di tutto il mondo.
A chi gli chiede “chi te lo fa fare?” Risponde con faccia sorpresa.
“Il sorriso di un bambino, vale una vita!!!”

 

 

ClownFactor e Premio Takimiri

Finalisti del ClownFactor
  • Sebastian Burrasca

 

  • Raul Gomiero

 

  • Andrea Paris

 

Vincitore del Premio Takimiri
  • Sebastian Burrasca

2016

RESILIENZA

2015

HAPPINESS IS A CHOICE

2014

TEN!am@Ci

2013

I COLORI DEL CUORE

2012

OLTRE L’ARCOBALENO

2011

IL FESTIVAL CHE SCALDA IL CUORE

2010

UN PIENO DI EMOZIONI

2009

UN NASO ROSSO CONTRO L’INDIFFERENZA

2008

RIDERE È UN FATTO SERIO

2007

RIMBALZI DI GIOIA … IN UN ABBRACCIO CHE VALE

2006

LA FORZA DI UN SORRISO

2005

TUTTO COMINCIA DA UN SOGNO