L’anno solare va da gennaio a dicembre, l’anno scolastico da settembre a giugno, poi c’è l’anno Clown&Clown che va da un’accensione del Naso all’altra.
L’anno Clown&Clown termina nella settimana del Festival che come un gran capodanno di piazza tutti possono vedere. La gente balla, ride, si emoziona e si diverte … poi … si spegne la musica, si spegne il Naso, si spengono le luci, la gente se ne va, l’ultimo coriandolo danza fino a terra e la piazza resta vuota … un palco e dei pagliacci … arrivederci al prossimo ottobre!
E invece NO!
C’è un Festival che nessuno vede, nessuno sente … si svolge a Naso spento e va da marzo a ottobre, è il festival dei “Rimbalzi” interiori, delle “Esplosioni di colore nell’animo”, dei bilanci emotivi e non, dei grandi nomi, dei grandi sogni, insomma delle grandi possibilità.
Timorosi, speranzosi, uniti … è il tempo delle parole, delle lunghe chiacchierate, dello sconforto e del coraggio che arriva, hai voglia se arriva! È il tempo degli sguardi, della complicità, ma anche dei conflitti.
Si progetta per poi stravolgere, si lotta per realizzare un sogno … un sogno custodito, un sogno accarezzato, un sogno condiviso e a volte un sogno ancora da sognare.
Il Festival arriva lento, lento come l’arrivo del circo in città e quella sensazione di leggerezza che ci prendeva da bambini avvolge l’aria e l’imbrunire. Il tramonto infatti, non è più il momento dei pensieri, ma diventa l’appuntamento con le emozioni, quelle vere, quelle di bambina.
Una grande carovana a volte chiassosa e a volte stanca, che a volte arranca e a volte fila dritta … poi la carovana va e allora si fa largo, conquista le piazze e i cuori.
Il vociare di grandi e piccini accorsi in strada a curiosare una magia che pian piano prende forma sembra dare una nuova anima al paesello e in men che non si dica c’è già lo stupore nei loro occhi che esplode in una fragorosa risata.
Il grande tendone prende forma e quando le due torri sono issate il conto alla rovescia si è azzerato.
La giostra a cavalli è lì, bella, bianca e oro con i suoi riccioli e i suoi arzigogoli, sembra già di sentirla quella musica che dolce gira gira, mentre i cavalli in un eterno su e giù ti han già portato quel profumo che sa di favola.
A guardar bene li trovi tutti lì … gli acrobati sulla scala, la ballerina sul filo, l’uomo dei palloncini, il direttore del circo, la trapezista, il domatore di leoni, il mago … e i Clown.
Clown dal naso rosso e dal cerone bianco che prendono in giro la vita facendoci fare una gran bella risata e son felici sempre, anche quando la sventura li coglie di sorpresa. Poi ci sono i “Clown nel Cuore” che non hanno trucco, non hanno maschere e non hanno timore di mostrare la parte migliore del loro essere … può esserlo chiunque non abbia dimenticato la capacità di meravigliarsi e di tornare bambino.
Eccolo qua il Festival, il Naso è acceso e tornano i “Rimbalzi”, quelli in piazza, l“Esplosione di Colore”, quella in strada.
Il “nostro” festival è finito, ora c’è quello della gente, quello della stampa, quello che si vede, quello che abbiamo costruito… e per noi tornano gli sguardi a dire “sta andando tutto bene” oppure “tranquilla sono qui” e mentre la festa balla, suona la banda e impazza la parata, per noi ci sono ancora le scartoffie: numeri, orari, tabelle e scalette; e allora un po’ acrobati lo siamo anche noi a tenere in equilibrio equilibri precari e a tenerci su quel filo che ci unisce. Quel filo pian piano allenta la tensione e diventa curvo, assomiglia ad un sorriso e allora ci si guarda stanchi, sfiniti, ma c’è ancora quella scintilla nei nostri occhi, quella scintilla che ci fa credere che il mondo può essere un posto migliore … E allora si allargano le braccia, ce l’abbiamo fatta, si va incontro all’altro “senza corazza” e in un abbraccio liberatorio ognuno sussurra il suo “Grazie!”
Ente Clown&Clown